PICCOLI GRANDI LIBRI  Chiara Lubich
IL SÌ DELL'UOMO A DIO

Abramo di Péter Prokop.

città nuova editrice 1995

L'ADESIONE A DIO NELL'ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO LA VOLONTÀ DI DIO NELLA SPIRITUALITÀ DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI IL SÌ A DIO NELLA CHIESA - I IL SÌ A DIO NELLA CHIESA - II

LA VOLONTÀ DI DIO IN ALFONSO MARIA DE' LIGUORI DOTTORE DELLA CHIESA.

Appendice

LA VOLONTÀ DI DIO 
IN ALFONSO MARIA DE' LIGUORI 
DOTTORE DELLA CHIESA

Non ho mai accennato al pensiero di Alfonso Maria de' Liguori sulla volontà di Dio per poter fare con i suoi testi un'intera appendice.
La spiritualità di sant' Alfonso, infatti, si incentra nell' amore a Dio che si traduce, in pratica, nell'uniformare la propria volontà a quella di Dio. Ho pensato quindi di leggere con voi qualche,pagina dell'opera di questo santo che s'intitola appunto: Uniformità alla volontà di Dio (157).
Anche per lui amare Dio è dunque fare la sua volontà. E anche per lui nel fare la volontà di Dio sta tutta la perfezione.
«Tutta la nostra perfezione consiste nell'amare il nostro amabilissimo Dio. Ma poi tutta la perfezione dell' amore a Dio consiste nell'unire la nostra alla sua santissima volontà... A Dio piacciono le mortificazioni, le meditazioni, le comunioni, le opere di carità verso il prossimo, ma quando? Quando sono secondo la sua volontà. Quando invece non sono secondo la volontà di Dio, non solamente egli non le gradisce, ma le detesta e le castiga» (158).
È quello che abbiamo imparato noi: a far il bene che Dio vuole. Far un bene che Dio non vuole è male. È il pensiero anche di Vincenzo de' Paoli: «Il bene è male quando lo si compie dove Dio non vuole» (159).
Anche Alfonso de' Liguori è impressionato da quanto i santi abbiano fatto sempre così.
«Tutti i santi hanno sempre mirato a fare la volontà divina, ben intendendo che in questo consiste tutta la perfezione di un' anima. Diceva il beato Enrico Susone: "Dio non vuole che noi abbondiamo di lumi, ma che in tutto ci sottomettiamo alla sua volontà...". La beata Stefana da Soncino, domenicana, essendo un giorno - in visione - condotta in cielo, vide trovarsi tra i serafini alcune persone defunte che aveva conosciuto e le fu detto che erano state elevate a tanta gloria per 'la perfetta uniformità, che avevano avuto in terra, alla volontà di Dio» (160).
«Diceva san Vincenzo de' Paoli: "La conformità al divino volere è il tesoro del cristiano ed è il rimedio per tutti i mali, poiché essa contiene la rinuncia a se stessi, l'unione con Dio e tutte le virtù"...
Alcune anime d'orazione, leggendo le estasi e le pagine di santa Teresa, di san Filippo Neri e di altri santi, si invogliano di giungere ad avere queste unioni soprannaturali. Tali desideri debbono essere scacciati...; se vogliamo farci santi, dobbiamo desiderare la vera unione con Dio, che è l'unire totalmente la nostra volontà con quella di Dio» (161).
Alfonso de' Liguori dice che la legge della terra è «il cielo».
«In questa terra dobbiamo apprendere dai beati del cielo come dobbiamo amare. L'amore puro e perfetto, che i beati hanno in cielo per Iddio, sta nell'unirsi perfettamente alla sua volontà. Se i serafini capissero essere suo volere che si applichino per tutta l'eternità ad ammucchiare le arene dei lidi e a svellere le erbe dai giardini, volentieri lo farebbero con tutto il piacere... Proprio questo Gesù Cristo ci insegnò a chiedere, cioè di seguire la volontà divina in terra, come lo fanno i santi in cielo: "Sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra" (Mt 6)» (162).
Il santo afferma: «Un atto di perfetta uniformità al divino volere basta a fare un santo...» (163).
Ha poi una frase consolante per coloro che pensano d'avere poco da dare a Dio, poco ai poveri, poche forze per amarlo (perché sono ammalati) e sono tentati di invidiare i martiri, i missionari, gli eroi.
«Chi gli dà i beni con le elemosine, il sangue col flagellarsi, i cibi con i digiuni, dona a Dio parte di ciò che ha; ma chi gli dona la sua volontà gli dona tutto (perché gli dona se stesso); perciò
può dirgli: "Signore, io sono povero, ma vi dono tutto quel che posso..."» (164).
Il santo fa anche una distinzione fra conformarsi e uniformarsi al divino volere.
«Se dunque vogliamo piacere pienamente al cuore di Dio, procuriamo di conformarci in tutto alla sua divina volontà; e non solo conformarci, ma uniformarci a quanto Dio dispone. La conformità comporta che noi congiungiamo la nostra volontà con la volontà di Dio; ma l'uniformità comporta di' più, cioè che noi, della volontà divina e della nostra, ne facciamo una sola, sì che non vogliamo altro se non quello che vuole Dio, e la sola volontà di Dio sia la nostra...» (165).

Alle volte siamo turbati per quanto avviene a noi o attorno a noi. E ciò. è motivato dal fatto che non sappiamo se gli avvenimenti che subiamo siano volontà di Dio.
In proposito, Alfonso de' Liguori afferma:
«È certo ed è di fede che, quanto avviene nel mondo, tutto avviene per volontà divina... Gesù stesso disse a san Pietro che la sua passione e morte non gli veniva tanto dagli uomini, quanto dal Padre suo: "Non vuoi che io beva il calice che mi diede mio Padre?".
Allorché. il messaggero, che vogliono essere stato il demonio, andò da Giobbe a dirgli che i
Sabei si erano presi tutti i suoi beni e gli avevano ucciso i figli, che rispose il santo? Non disse: "Il Signore mi ha dato i figli e i beni ed i Sabei me li hanno tolti"; ma "il Signore me li ha dati ed il Signore me li ha tolti"» (166).
E coloro che vivono con questa convinzione sono grandemente benedetti da Dio.
«Cesario narra che un certo religioso, sebbene non fosse affatto differente dagli altri esternamente, tuttavia era giunto a tale santità che col solo contatto delle sue vesti guariva gli infermi. Il suo superiore, meravigliandosi di ciò, gli chiese un giorno come mai operasse tali miracoli... Rispose che anch'egli se ne meravigliava e che non ne sapeva il perché. "Ma quale devozione praticate voi?" riprese l'abate. Il buon religioso rispose che non faceva niente o poco, ma aveva avuto sempre una gran cura di volere solo ciò che Dio voleva... "La prosperità, disse, non mi solleva [esalta], né l'avversità mi abbatte.:.; tutte le mie orazioni tendono a questo fine: la sua volontà si compia in me perfettamente". "E di quel danno", riprese il, superiore, "che l'altro ieri ci fece quel nostro nemico col toglierci il nostro sostentamento, mettendo fuoco al podere dov'erano le nostre biade e i nostri bestiami, voi non aveste alcun risentimento?". "No, Padre mio", egli rispose: "al contrario, ne resi grazie a Dio,.,. sapendo che Dio tutto sa o permette per la gloria sua e per nostro maggior bene, e così vivo sempre contento per ogni cosa che avviene". Udito ciò, l'abate, vedendo in quell'anima tanta uniformità alla volontà divina, non restò più meravigliato che facesse sì grandi miracoli» (167).
Per Alfonso de' Liguori tutto ciò che succede è per il bene.
«Che altro insomma vuole il nostro Dio se non il nostro bene? Chi mai possiamo trovare che ci ami più di Dio?.. "Anche i castighi", dice santa Giuditta, "non ci vengono da Dio per la nostra rovina, ma affinché ci emendiamo e ci salviamo"» (168).

E spesso, in coloro che fanno propria la volontà di Dio, Dio fa ciò che vogliono loro.
«Ora quando qualcuno - afferma Alfonso de' Liguori - non vuole se non quello che Dio vuole,... di conseguenza avviene ciò che egli vuole» (169).
Il santo osserva che chi fa la volontà di Dio è sempre uguale a se stesso.
«Ci avverte lo Spirito Santo: "Non ti lasciare piegare ad ogni vento" (Sir 5, 11).
Taluni fanno come le banderuole che si voltano secondo che tira il vento; se il vento è prospero, com'essi desiderano, si vedono tutti allegrie mansueti; ma, se il vento è contrario e le
cose non avvengono come dovrebbero, si vedono tutti mesti ed impazienti; e perciò non si fanno santi e vivono una vita infelice...» (170).
Alfonso de' Liguori garantisce che frutto dell'uniformarsi alla volontà divina è un paradiso anticipato: «I santi essendosi uniformati alla volontà divina hanno goduto in questa terra un paradiso anticipato... Santa Maria Maddalena de' Pazzi al solo udir nominare "volontà di Dio" si sentiva talmente consolare che usciva fuor di sé in estasi di amore» (171).
Come altri santi, Alfonso de' Liguori invita a pregare per compiere la volontà di Dio.
«Quando ti senti turbato da qualche avvenimento avverso, pensa che quello è venuto da Dio; perciò di' subito: "Così vuole Dio", e mettiti in pace... "Mio Dio, eccomi, fa' di me e di tutte le cose mie quel che vuoi". Questo era l'esercizio continuo di santa Teresa: almeno cinquanta volte al giorno la santa si offriva al Signore perché disponesse di lei come gli fosse piaciuto» (172).
«Santa Maria Maddalena de' Pazzi diceva che tutte le nostre orazioni non debbono indirizzarsi ad altro fine che ad ottenere da Dio la grazia di seguire in tutto la sua santa volontà» (173).
E il santo spiega dettagliatamente in quali cose dobbiamo uniformarci alla volontà di Dio. «Dobbiamo uniformarci nelle cose naturali che avvengono fuori di noi, come quando fa gran
caldo, gran freddo, pioggia, carestia, pestilenza e simili. Guardiamoci dal dire: che caldo insopportabile!... che disgrazia! che tempo infelice! o altri termini, che dimostrino opposizione alla volontà di Dio...
Dobbiamo uniformarci nelle cose che avvengono dentro di noi, come nel patir fame, sete, povertà, desolazione, disonori, ecc...
Se abbiamo qualche difetto naturale... cattiva memoria, ingegno tardo, poca abilità..., salute debole, non ce ne lamentiamo... Chi sa che, avendo noi maggior talento, sanità più forte, viso più grazioso, farse ci saremmo perduti?..
Bisogna che siamo rassegnati specialmente nelle infermità corporali... Dobbiamo bensì adoperarvi i rimedi ordinari...; ma, se quelli non giovano, uniamoci con la volontà di Dia, che ci gioverà molto più della sanità... Certamente nelle malattie è maggior virtù il non lamentarsi dei dolori; ma, allorché questi ci affliggono fortemente, non è difetto palesarli agli amici ed anche pregare il Signore che ce ne liberi... Anche Gesù... palesò la sua pena ai discepoli dicendo: "L'anima mia è afflitta sino alla morte" (Mt 26). E pregò l'eterno suo Padre a liberarnelo... Ma Gesù stessa ci insegnò quello che dobbiamo fare dopo simili preghiere, cioè rassegnarci... "Peraltro non come voglio io, ma
come voi volete" ...
Di più, dobbiamo vivere rassegnati nelle desolazioni di spirito. Quando un'anima si dà alla vita spirituale, il Signore vuole colmarla di consolazioni...; poi, quando la vede più consolidata nello spirito, ritira la sua mano per provare l'amore di lei... Io non dico che voi non proviate pena nel vedervi privata della presenza sensibile del vostro Dio: non può... l'anima non lamentarsene, quando lo stesso nostro Redentore se ne lamentò sulla croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi avete abbandonato?" (Mt 22). Ma nella sua pena deve sempre rassegnarsi tutta alla volontà del suo Signore.

Inoltre bisogna che ci uniamo con la volontà di Dio riguardo alla nostra morte e per quel tempo e in quel tempo che Dia la manderà. Santa Geltrude salendo un giorno una collina sdrucciolò e cadde in una valle. Le domandarono poi le campagne se avesse avuta paura di morire senza sacramenti. Rispose la santa: "Io desidero molto di morire con i sacramenti, ma faccia più conto della volontà di Dio...".
Infine bisogna che ci uniformiamo al divino volere anche nei gradi di grazia e di gloria: ... dobbiamo desiderare d'amare Dio più dei serafini; ma non dobbiamo poi voler altro grado di amore se non quello che il Signore ha determinata di donarci» (174).
E alla fine Alfonso de' Liguori sottolinea l'importanza del far quella volontà di Dio che è espressa dai superiori: «Diceva san Vincenzo de' Paoli: "Piace più a Dio il sacrificio che gli facciamo della nostra volontà, assoggettandola all'obbedienza, che tutti gli altri sacrifici che possiamo offrirgli; poiché nelle altre cose... noi diamo a Dio le cose nostre; ma nel donargli la nostra volontà gli diamo noi stessi"» (175).


[157] Sant' Alfonso Maria de' Liguori, Uniformità alla volontà di Dio, in Opere spirituali, I, Prato 1844, pp. 268-304.
[158] Ibid., p. 268.
[159] LC 3008, in Perfezione evangelica, cit., p. 119.
[160] Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Uniformità..., in op. cit., p. 270.
[161] Id., Pratica di amare Gesù Cristo, Roma 1973, pp. 173-174.
[162] Id., Uniformità..., in op. cit., pp. 270-271. 
[163] Ibid., p. 271.
[164] Ibid., p. 272.
[165] Ibid.
[166] Ibid., pp. 273-274. 
[167] Ibid., pp. 275-276. 
[168] Ibid., pp. 281-282. 
[169] Ibid., p. 277.
[170] Id., Pratica..., cit., p. 175. 
[171] Id., Uniformità..., in op. Clt., p. 279
[172] Ibid., p. 284.
[173] Id., Pratica..., cit., p. 181.
[174] Ibid., pp. 182-185.
[175]  Id., Affetti divoti a Gesù Cristo, in Opere ascetiche, I, Roma 1933, pp. 384-385.