David Maria Turoldo Gianfranco Ravasi
I SALMI
traduzione poetica e commento
OSCAR CLASSICI MONDADORI
I libro: Sa 1-41 (dossologia finale: Sal 41,14) |
II libro: Sal 42-72 (dossologia finale: Sal 72,18-19) |
43 |
||||||||||||||||||||
III libro: Sal 73-89 (dossologia finale: Sal 89,53) |
IV libro: Sal 90-106 (dossologia finale: Sal 106,48) |
V libro: Sal 107-150 (dossologia finale: Salmi 146-150, che fungono da conclusione non solo del V libro, ma dell'intero Salterio) |
Salmo 43 (42)
SALIRÒ ALL'ALTARE DI DIO
Varcare la soglia del tempio, Signore, non è già un entrare nell'eterno? Cercare di vivere la tua Shekinah, non è anche per noi rischiare l'esperienza del rovo in fiamme? Dio della mia allegria, fai della stessa mia vita il tuo rogo che arde e non si consuma.
1 Fammi giustizia, o Dio, e difendi
la mia causa da gente spietata,
dall'uomo iniquo e perfido salvami!
2 Tu sei, o Dio, il mio rifugio:
perché, perché tu mi vuoi respingere?
Perché io devo andarmene triste,
sempre oppresso dai miei nemici?
3 La verità, tua luce, Signore,
manda a guidarmi al santo tuo monte,
essa mi porti alle tue dimore.
4 Io salirò all'altare di Dio
al Dio e Signore, mia fonte di gioia:
viene da lui la mia esultanza!
A te io voglio cantar sulla cetra,
tu solo sei il Signore, o Dio!
5 Perché, anima mia, sei così triste,
perché sospiri e ti abbatti su me?
Nel tuo Dio e Signore confida!
Potrò ancora cantar le sue lodi,
lui, del mio volto salvezza, mio Dio!
È questa la terza parte dell'unica lirica composta dai Salmi 42-43, erroneamente frazionati in due salmi. Il levita relegato nell'alta Galilea attende con fiducia l'intervento di Dio che invierà i suoi due messaggeri, la Verità e la Luce (v. 3). Essi prenderanno per mano l'orante esiliato e lo condurranno verso Sion, verso l'altare di Dio ove il fedele riprenderà il suo servizio liturgico nel canto e nella danza. In crescendo, risuona per l'ultima volta (v. 5) l'antifona che già era stata cantata due volte nel Salmo 42 (vv. 6.12): ora le sue parole stanno per attuarsi perche Dio, dopo la prova, si sta per mostrare come «salvezza del volto», cioè come gioia e come luce. Il brano del Salmo 43 è stato usato dalla tradizione cristiana come preghiera d'ingresso alla liturgia eucaristica: «Introibo ad altare Dei. ..Salirò all'altare di Dio».
Dossologia
E giovinezza e grazia ancora,
Iddio, rinnova a ognuno che osi
la propria croce e l'altrui portare
in dura e umile ascesa agli altari
trasfigurando nel canto ogni pena.
Preghiera
Essere tristi è segno di te, o Signore,
un segno che ci manchi;
e noi neppure lo sappiamo;
la mancanza di gioia
è segno della tua assenza;
uomini o chiese senza gioia
sono uomini e chiese senza di te, Signore;
Dio, fonte della gioia,
guida i nostri passi sulla tua via,
perché possiamo giungere dove tu ci attendi,
e là finalmente cantare
solo canti di gioia.
Amen.