David Maria Turoldo Gianfranco Ravasi
I SALMI
traduzione poetica e commento
OSCAR CLASSICI MONDADORI
I libro: Sa 1-41 (dossologia finale: Sal 41,14) |
26 |
II libro: Sal 42-72 (dossologia finale: Sal 72,18-19) |
III libro: Sal 73-89 (dossologia finale: Sal 89,53) |
IV libro: Sal 90-106 (dossologia finale: Sal 106,48) |
V libro: Sal 107-150 (dossologia finale: Salmi 146-150, che fungono da conclusione non solo del V libro, ma dell'intero Salterio) |
Salmo 26 (25)
IN ACQUE PURISSIME LAVO LE MANI
Di chiunque a nominarti appena
oppure che osi accostarsi all'altare,
come dev'essere pura la bocca,
e devono essere innocenti le mani,
e deve essere libero il cuore!
1 Voglio, Signore, tu sia il mio giudice:
in piena innocenza cammino da sempre,
da sempre in Dio è la mia fiducia,
il mio passo non può vacillare.
2 Come vuoi, o Dio, scrutami e vagliami,
e mettimi pure alla prova:
le mie viscere passa al crogiolo
mente e cuore raffinami al fuoco.
3 Mi sta davanti agli occhi il tuo amore,
mi cammina a fianco la tua verità.
4 Mai mi vedranno a convegni di idolatri,
mai siederò con orditori d'inganni:
5 le assemblee dei perfidi detesto:
con i malvagi nessun compromesso.
6 In acqua purissima lavo le mani
e con corone di danze circondo l'altare:
7 mentre nel tempio risuona la lode
e continua il racconto delle tue meraviglie.
8 La casa, la tua casa, Signore, io amo,
il rifugio ove tu dimori,
la tenda della tua Presenza e Gloria.
9 Non mischiarmi con empi assassini,
non mi perdere in ciurme di violenti:
10 hanno mani che grondan delitti,
con regali corrompono tutti.
11 lo invece integro continuo il cammino:
da te fatto libero,
custodito dalla tua pietà.
12 Su terra piana sta saldo il mio piede:
nella assemblea elevo al Signore
il canto di benedizione.
Celebre nell'antico Messale latino per l'uso del v. 6 «Lavabo inter innocentes manus meas» ), questo salmo coniuga una dichiarazione di innocenza alla «liturgia d'ingresso» al Tempio nello stile dei Salmi 15 e 24,3-6. Il primo tema è solennemente affermato in apertura: «In piena innocenza cammino da sempre» (v. l).
Come in un crogiuolo, Dio può far passare al fuoco viscere, mente e cuore dell'orante e vedrà solo brillare l'oro dell'amore, della verità e della giustizia. Con questa limpidità di coscienza il salmista può entrare in quella «casa» che egli tanto ama, «la tenda della Presenza e della Gloria» divina, il Tempio (v. 8). Ancora una volta si ribadisce, nello spirito della predicazione profetica, che la preghiera senza la giustizia è farsa, che la liturgia senza l'esistenza giusta è magia (vedi Isaia 1 e Amos 5). Il simbolo della lavanda delle mani, classico in tutte le culture (si ricordi il gesto di Pilato), è quindi espressione di una purezza totale, interiore e sociale.
Dossologia
Al suo trono di grazia e d'amore
egli ha aperto per tutti la via:
con fiducia andiamo dal Padre,
e lo Spirito canti per noi.
Preghiera
Padre, per amore del tuo Cristo,
non vogliamo più maledire;
Padre, tieni lontani i nostri passi
dai sentieri della malvagità e dell'ingiustizia;
Padre, abbiamo paura di essere anche noi
travolti dal male:
rendi saldo il nostro cammino
sulla via che conduce al tuo volto;
purificati dal dono del tuo Spirito,
possiamo cantare a te in esultanza
per sempre.
Amen.
MI SORPRENDONO
Mi sorprendono queste mani
protese in favolosi spazi;
costellazione di ori e sangue.
Brilla la croce uguale a una spada
e la terra è tutta una ferita,
una montagna di marmo è l'altare
e la chiesa vuota, immensa.
lo ho gridato l'augurio al popolo
ma risposta nessuna è venuta
a sostegno del mio ardimento
assurdo: l'eco dei passi e la voce
infranta sotto gli archi muti. ..
Ora, dunque, la parola alle mani
che tracciano gesti indicibili.