ROGER SCHUTZ
Priore di Taizé
DINAMICA DEL PROVVISORIO
MORCELLIANA 1965
Titolo originale dell'opera: Dynamique du provisoire Les Presses de Taizé - France 1965
Traduzione delle BENEDETTINE DI SAN MAGNO
Ai Padri dell'Oratorio di Brescia
PER UNA NUOVA DIMENSIONE DELL'ECUMENISMO |
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L'ecumenismo è rimasto angusto Atti per uscire da noi stessi. Alle sorgenti della vita contemplativa |
Dire di sì all' oggi Sete di realizzare Ritrovare il Vangelo nella freschezza primitiva Creazione comune |
L'ecumenismo, un preliminare Dialogare con ogni uomo |
Povertà senza carità; ombra senza chiarezza Attuare la prima Beatitudine Vivere lo spirito di povertà Per una dottrina sociale dell'ecumenismo |
Accettare le istituzioni ecclesiali L'autorità, fattore di unità Solidarietà con tutti i battezzati Accorrere, non fuggire Cancellare la rottura Inseriti nella storia |
Attesa e provvisorietà Conservare la serenità Apportatori di ecumenicità Intimità e solitudine Attesa contemplativa |
La vocazione della Riforma, al suo inizio, non consistette nel restare nel provvisorio di fronte a ciò che voleva riformare: un avvenimento che esplode nel cuore delle vecchie istituzioni?
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Oggi l'ecumenismo non può vivere che di una dinamica che l'obbliga a scoprire sempre una nuova dimensione. Altrimenti l'ondata ecumenica ricadrà, invece di guadagnare a poco a poco i cristiani e per mezzo loro tutti gli uomini.
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Di fronte all'accelerarsi di tutte le evoluzioni, una dinamica del provvisorio, che lascia tanto più liberi quanto più si è fedeli all'essenziale, permette di riprendere ancora e sempre un nuovo respiro.
PER UNA NUOVA DIMENSIONE DELL' ECUMENISMO
L'ecumenismo è rimasto angusto
Un'ondata ecumenica suscita nel momento presente immense speranze. Che fare perché, invece di ricadere, l'ondata guadagni terreno a poco a poco?
È più urgente impegnarsi con ogni energia per dare all'ecumenismo una nuova dimensione.
L'ecumenismo è il tentativo che permetterà di rendere visibile l'unione fraterna tra i battezzati, e questo senza umiliare nessuno, ma nell'umiltà.
Ecco una missione tra, le più 'delicate, fa appello alle risorse di tutta la persona e non si contenta di un impegno parziale.
L'ecumenismo è nato in Occidente, in gruppi molto ristretti che hanno tentato di svegliare la coscienza cristiana di fronte ad una situazione insostenibile per chi professa l'amore verso i fratelli. Contrassegnato dalla sua origine occidentale, è rimasto di dimensioni parziali invece di acquistare la dimensione universale che gli è propria. In particolare ci ha unito poco ai cristiani dell'emisfero sud.
Inoltre è sorto in mezzo ad una società pluralista, in cui l'irradiamento dei cristiani, già limitato, si era anche circoscritto a causa delle loro separazioni.
Se l'ondata ecumenica straripante viene arginata solo da alcuni responsabili di Chiesa non avrà la forza di sollevare le nuove generazioni, che temono sempre di più i contrassegni dell'istituzione. Ne risulterà certo una coesistenza pacifica, il che è un gran bene; ma questa semplice coesistenza segnerà anche un arresto nel cammino. L'intesa cordiale, per quanto necessaria, non basta.
Quanti uomini di Chiesa prendono in considerazione soltanto un ecumenismo escatologico - per la vita futura - come se l'unità visibile non dovesse realizzarsi sulla terra. Appena si perde il senso di una scadenza obbligatoria, si viene a prolungare all'infinito una situazione, in cui ciascuno si contenta di farsi ascoltare dall'altro.
Il dialogo è indispensabile per la ricerca dell'unità, ma a condizione che non si compiaccia nella immobilità di una pace confessionale.
Di fronte all'immensa speranza suscitata, ecco sorgere la tentazione di esporre incessantemente sfumature confessionali. Il confessionalismo è un atteggiamento di auto difesa. Ha potuto essere giustificato nel passato, ma oggi condanna coloro che gli si consacrano a chiudersi in se stessi. Inoltre, mentalità confessionali si mantengono anche quando la fede è sparita. Conosciamo tutti dei cattolici o dei protestanti, che professano solo un vago deismo, ma conservano opposizioni passionali quando si tratta del cristiano che hanno di fronte.
Una forza è capace di farci superare le nostre posizioni confessionali: lasciarci interpellare da quei milioni di battezzati la cui vita non aderisce a Dio e dalle moltitudini completamente indifferenti alla fede.
:È vero che ogni comunicazione, ogni dialogo con loro trova in noi stessi la resistenza più forte. Essere aperti a tutti presuppone il non lasciarsi vincere dall'egocentrismo, permettere a questo Altro da noi, di penetrare le profondità della persona.
Atti per uscire da noi stessi
In questo tempo di ecumenismo si aprono delle vie di speranza. Di fronte ai neri pronostici apportati dalla prospettiva, è importante ricordarsi che nei periodi più difficili, spesso un piccolo gruppo di uomini e di donne, sparsi nel mondo, sono stati capaci di rovesciare il corso delle evoluzioni storiche perché speravano contro ogni speranza. Quello che era votato alla disgregazione è entrato allora nella corrente di un nuovo dinamismo.
Per avanzare verso la riconciliazione, Dio ci dà il mezzo di uscire da noi stessi. Attraverso i grandi avvenimenti di questo secolo, ci offre una possibilità di uscire dal processo di decadimento, che da parecchi secoli ha così profondamente colpito la cristianità.
Fra gli altri ci sono tre atti veramente ecumenici, che sono suscettibili di creare un avvento di Dio, delle vie di unione, dei mezzi per dare all'ecumenismo una dimensione completamente nuova:
- evitare la frattura tra le generazioni,
- andare incontro a coloro che non possono credere,
- raggiungere il mondo dei poveri.
Certamente vi saranno sempre dei rifiuti che metteranno il padre contro il figlio, il cristiano contro il fratello separato. Vi saranno sempre divisioni, vi saranno sempre dei fanatici della propria persona.
Ma si riuniscano intanto tutti gli uomini decisi a camminare insieme! I cristiani riuniti possano restare semplicemente senza giudicare coloro che camminano per vie diverse dalle loro! Perché è essenziale concedere ad ogni uomo il beneficio della purezza di intenzione, anche a quello che difende disperatamente un atteggiamento del passato.
Alle sorgenti della vita contemplativa
Contrassegnate da un tale slancio missionario, le nuove generazioni, nella loro generosità, vogliono andare incontro a tutte le correnti di oggi. Per trovare un nuovo mezzo di comunicazione, per raggiungere l'uomo contemporaneo, aspirano a liberarsi dalle formule e dalle espressioni del passato. Quante volte bisogna sentire, da parte loro, l'ardente invito a demitizzare e sconsacrare ogni espressione di comunicazione con Dio.
Usciamo da un lungo periodo, in cui formule, simboli e segni, nella vita e nella preghiera della Chiesa, sono stati poco comprensibili. Di qui il desiderio di far tabula rasa per avvicinarsi a Dio per altre vie. Vi può esser in ciò una reazione sana contro tutto ciò che è automatismo, assenza di partecipazione, vocaboli stereotipati.
Giungiamo oggi ad un'alba nuova, ma essa ci lascia tuttavia presentire che la relazione con Dio non abolisce il mistero. Al contrario: sussiste una linea di confine, che nessuno può superare ed oltre la quale resta il mistero.
A voler tutto spiegare, ci esponiamo a non capir più niente, tant'è vero che !'intelligenza da sola non può afferrare il mistero della Chiesa. Per penetrarlo, niente è più indispensabile di atti, gesti, umili segni che raggiungono le profondità di noi stessi, gli «archetipi» come direbbero oggi taluni.
Il fervore non può nutrirsi della sola spiegazione. Nella vita di preghiera comune i gesti più spiegati non bastano a rompere gli automatismi.
Se vogliamo ridurre tutto in formule rischiamo di perdere il senso del sacro. Si crea allora un vuoto, in cui si insinua la indifferenza o anche il rifiuto, perché in ogni uomo ed in ogni donna nasce sempre una rivolta. Colui che perde il senso del sacro è tentato di farci su dell'ironia e di operame una deformazione caricaturale. Una forza subiacente in lui va rafforzandosi, per ostacolare ogni passo verso l'umiltà, per impedirgli di piegare i ginocchi davanti al mistero di Dio e della Chiesa.
A chi vuol raggiungere un mondo sempre più secolarizzato, senza che si dissolva in lui il senso del sacro, si impongono due vie attraverso le quali scenderà sempre più verso le fonti della vita contemplativa:
vivere il mistero della Chiesa,
restare nell'attesa contemplativa di Dio.
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Di fronte alle molte questioni suscitate, .alcuni sono tentati di fuggire in un ambiente ecclesiale meschino o di rifugiarsi in una forma di contemplazione, che li allontani dagli uomini e dalle grandi correnti contemporanee. Dovrebbero invece correre incontro al prossimo, perché la contemplazione unisce sempre .alle realtà del momento. D'altra parte coloro oche sono attenti alle giovani generazioni, preoccupati di un dialogo con i non credenti, preoccupati di apportare una promozione umana ai più poveri, non fuggano le vecchie istituzioni, ma accorrano in loro aiuto per rinnovarle, permettere la loro unione e restarvi nell'attesa 'contemplativa di Dio. Altrimenti i loro sforzi :finiranno con l'esaurirsi o si cambieranno in .amarezza.