Il tuo dolore
m'ha trafitto l'anima,
snocciolando
colpe e responsabilità.
Ragazzo nel tunnel,
sempreverde graffiato,
artista del mentire
per pochi spiccioli
da rimediare...
Non ho che te
sullo schermo della notte:
spalancata
finestra
sul buionero del mondo.
A rimestare
nel torrente torbido
non mi avrai complice,
nè di pianti strappati
alle bugie
avrò pietà.
La mia mano
sarà sorella alla vita,
al riscatto,
all'impegno per risorgere.
Non ho soldi di carta
per tirare
la morte:
ho sofferte parole
e silenzi fecondi
e rispettosi richiami.
Scrollare da te
il dolore
facendolo mio
non serve.
Un viaggio
finalmente di vita
però, mi troverà
compagna.
Cammino irto,
burrasca rovente,
speranza che arranca...
vedrai la mia forza/debole
trascinare
al tuo fianco
la spada del dubbio
e della volontà
invocante.
Non chiudere
al mondo
la porta ed il vento:
la vita ti brama,
l'amore ti attende.
Dolore benefico,
allora, l'attesa:
unguento e rimedio
la sofferenza.
Sandra Cervone
(Associazione Culturaitalia: www.culturaitalia.com )