"O LUXO DA LIXO"

RITAGLI    Restituire dignità: la sfida di "Emmaus"    SEGUENTE

Con gli scarti che finiscono nella spazzatura
si costruiscono dignità, formazione e solidarietà.

L'Abbé Pierre, fondatore della Comunità "Emmaus"...

Luis Tenderini*
("Mondo e Missione", Gennaio 2008)

Il 22 gennaio ricorre il primo anniversario della morte dell’Abbé Pierre, il sacerdote cattolico fondatore del movimento internazionale "Emmaus". Anche se il nome è biblico, ed evoca un episodio del "Vangelo di Luca" (i discepoli di "Emmaus", appunto), il movimento non è di carattere confessionale. È un’organizzazione della società civile costituita da gruppi di persone che, per diversi motivi, vivono in una situazione di emarginazione sociale, o incontrano difficoltà per sopravvivere e che trovano nella comunità "Emmaus" l’opportunità di rifarsi una vita, nel segno della dignità e del servizio, mediante il lavoro collettivo.
"Emmaus" offre a tutti - a tantissime persone che su di sé portano le ferite di esistenze difficili - una possibilità per ricominciare, per ritrovare innanzitutto autostima e dignità. «La livrea del povero è la dignità», diceva don Tonino Bello. Ed è vero: il punto non è dare al povero qualcosa da mangiare o un tetto sulla testa, ma, in prima istanza, offrirgli l’opportunità di essere se stesso. Perciò da noi, nelle comunità "Emmaus", è bandito il "paternalismo" o l’"assistenzialismo". Chi vuole camminare insieme accetta lo stile di condivisione che caratterizza il movimento e assume il lavoro comune come modo concreto di riscatto, personale e comunitario. Quello che caratterizza la comunità "Emmaus" è il tipo di lavoro. I «cenciaioli di Emmaus», così sono conosciuti in tutto il mondo, raccolgono gli scarti della società del consumo, li recuperano e li vendono a basso prezzo. Mobili, elettrodomestici, indumenti, libri, giocattoli, tivù e computer, calzature, utensili vari: con gli scarti che finiscono nella spazzatura si costruiscono dignità, formazione professionale, solidarietà, cittadinanza consapevole e responsabile. "O luxo da lixo", diciamo in
Brasile (con un gioco di parole intraducibile in italiano): "la ricchezza dalla spazzatura". A seconda delle situazioni concrete può cambiare un po’ il tipo di materiale che si raccoglie e si vende; ma lo spirito che muove ogni comunità "Emmaus" alle diverse latitudini è lo stesso.
Il ricavato della vendita degli oggetti risistemati, oltre a garantire una sopravvivenza dignitosa di tutti i componenti delle comunità "Emmaus", permette di promuovere molteplici iniziative di solidarietà in tutte le regioni del mondo dove il movimento è attivo. Se anche povero, ciascuno di noi - questa è la convinzione che ci guida - non è mai così povero da non poter dare a chi è più povero di lui. Ciò spiega come mai "Emmaus" sia presente anche in alcuni Paesi dell’Africa (come il Burkina Faso) dove la miseria è ancora più visibile e disumana di quanto non accada nelle periferie delle città della ricca Europa o nelle "metropoli" del Sudamerica. È il miracolo quotidiano che si opera all’interno della comunità "Emmaus". Dopo quasi sessant’anni dalla fondazione del movimento, oggi sono oltre 350 le comunità sparse in 40 nazioni del mondo.
Lo scorso mese di ottobre i rappresentanti di tutte le comunità attive di "Emmaus" si sono ritrovati a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, per l’undicesima "Assemblea mondiale". Durante una settimana di dibattiti, oltre a eleggere i dirigenti del movimento per i prossimi 4 anni, sono stati riconfermati i grandi princìpi orientativi di tutta la vita e attività del movimento: l’accoglienza agli emarginati, il lavoro come fonte di sopravvivenza degna dell’uomo, il servizio e la solidarietà, l’impegno permanente per eliminare le cause dell’ingiustizia e della miseria sociale. Sono gli stessi princìpi che hanno mosso l’opera del nostro fondatore dal primo giorno, da quando incontrando George - un uomo abbandonato a se stesso, senza un futuro né amici - l’Abbé Pierre gli offrì di diventare suo compagno di strada, di condividere con lui il pane di ogni giorno e la ragione di vivere. "O luxo da lixo": come George, tante altre persone considerate la «spazzatura dell’umanità» ritrovano a "Emmaus" il gusto della vita e la gioia di stare insieme con un progetto comune. L’umile lavoro quotidiano del "riciclaggio" e l’impegno per dare nuova vita a oggetti in disuso ripete e rinnova il «miracolo» dei discepoli di "Emmaus": il gesto dello spezzare e condividere il pane trasforma persone tristi, deluse e scoraggiate in ardenti ed entusiasti testimoni del Cristo risorto.

* responsabile "Emmaus" America Latina