P. CIRO BIONDI *
("Mondo e Missione", Dicembre 2007)
«Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati..., perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,4.7). Ecco la più grande notizia che l'umanità attende e che deve essere proclamata a tutti: Dio si è incarnato, è diventato carne perché l'umanità intera riuscisse a fare esperienza del suo amore, partecipasse della sua natura divina, fosse "deificata".
Coloro che sono stati scelti per essere servitori luminosi e coraggiosi di questa lieta notizia, messaggeri dell'amore del Verbo di Dio fatto carne, devono acquisire familiarità con la metodologia che Dio ha prediletto per far conoscere il suo progetto eterno di salvezza per tutta l'umanità: devono essere compenetrati dal mistero dell'incarnazione.
L'annuncio dei testimoni della salvezza deve essere udito, visto, contemplato e toccato nella loro esistenza, nella loro carne, conforme alla realtà del Signore della vita e alla debolezza di ogni persona umana. Gli ambasciatori della redenzione devono avere in loro le stesse qualità che sono state di Gesù, del Dio-uomo figlio di Maria, che da Signore si fece servo, perché i figli del Padre suo fossero innalzati alla gloria.
La prima qualità che devono possedere è di essere santi come Dio è santo. Bisogna che Cristo "inabiti" liberamente la loro esistenza, che la sua vita sia la loro vita, che le cose che loro operano siano quelle che lui ha compiuto, tutte fatte secondo la volontà del Padre suo, che la loro parola sia ciò che lui ha rivelato, che il loro amore sia quello che è straripato dal suo cuore crocifisso, che vivano in unità col Figlio come lui vive in unità col Padre nello Spirito, che si facciano tutto a tutti, servitori di tutti, come Gesù ha insegnato e attuato.
A queste qualità vanno aggiunti degli elementi distintivi della missione. Il Figlio di Dio, incarnandosi, ha scelto l'umiltà per portare l'umanità alla perfezione, la povertà per arricchirla di divinità, il nascondimento per manifestare l'assolutezza del Padre, l'obbedienza per insegnare a vivere da figli appassionati, la castità per appartenere a tutti, il sacrificio per dare la riconciliazione e la gioia, la morte per liberare alla vita eterna.
La missione dei discepoli dell'Incarnato è di risplendere come astri nell'universo, perché coloro che li vedono possano essere colmi di grande gioia e in loro sorga la speranza che li aiuti ad attendere che si levi la Stella lucente del mattino della vita senza fine.
A Natale siate per tutti missionari della luce.
* Segretario Nazionale "Pontificia Unione Missionaria"