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Foglietto informativo della COMUNITÀ MISSIONARIE LAICHE, |
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VITA COMUNITARIA: |
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A volte sembra così. |
Il volto della CML è quello di uno "spazio" aperto, dinamico, malleabile dove ciascuna di noi si pone in ascolto della sua vita e la mette in relazione con la vita altrui, nella corresponsabilità tanto auspicata. |
Dalla prossima estate in avanti questo volto sarà ancora più evidente e concreto. |
Rientri e partenze dalla e per la missione caratterizzano la trasformazione della vita comunitaria. |
Paola è già rientrata dalla Cambogia e si fermerà a Busto per completare la sua formazione; il prossimo 14 giugno, Stefania partirà per la Cambogia e a luglio rientrerà Gabriella dal Camerun per un periodo di vacanza. |
Sempre a luglio Noemi inizierà lo studio della lingua francese a Lione per poi partire con Gabriella per il Camerun. |
Tappe personali importanti, intense, che si intrecciano tra loro e vengono accolte e accompagnate da uno spazio comune. |
E ogni tappa avviene nel rispetto dei tempi, dei bisogni, dei desideri di ciascuna, guardando le finalità del nostro servizio e la nostra identità. |
Pensare la fraternità anche così... FARE SPAZIO, CREARE SPAZIO perché ogni uomo e ogni donna possano sentirsi vivi! |
Ci stringiamo allora intorno a chi partirà e cogliamo l'occasione per ringraziare dell'enorme gioia al sapere che nello "spazio" cml ci siete anche voi. |
L'estate è anche vicina, quindi buona vacanza a tutti. |
Comunità Missionarie Laiche Pime |
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... E PER CASA IL MONDO |
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Il ritorno di Paola |
Grande entusiasmo, grandi fatiche ed un cammino che deve ancora concludersi |
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Eccomi qui! In Italia, dopo più di tre anni in terra cambogiana. Tornata nella mia comunità di origine, l'Italia, la mia Diocesi, la mia parrocchia, la mia famiglia. |
Eccomi qui. Eccomi davanti alla prossima tappa di formazione, l'ultima, prima delle Promesse Definitive. |
Carissimi amici e familiari, ci siamo seguiti a distanza, secondo le possibilità che abbiamo avuto, e sono sicura che sappiate già molto di quello che ho vissuto in Cambogia. In queste poche righe cercherò piuttosto di raccontarvi ciò che vivo ora, tappa saliente nel mio cammino. |
Durante tutta la fase iniziale e soprattutto la preparazione alla partenza per l'OTP (periodo di missione a tempo determinato, con scopo di formazione), mi è stato detto: "bisogna prepararsi al partire tanto quanto al tornare". Ora capisco pienamente il significato di tale affermazione. Non è scontato né il "come" si parte, né il "come" si torna! E davvero sento che la rielaborazione di ciò che è stato e che sarà deve essere accompagnata, custodita, preparata con la stessa cura e intensità di quando mi preparavo alla "partenza". Non saprei come esprimermi e cercare di farvi comprendere: è davvero tanto e grande quello che è stato per me questo tempo cambogiano. È stato un tale dono che non può trovare una definizione; mi verrebbe da dire che è impronunciabile. Quello che può essere "pronunciato", anzi acclamato, gridato, cantato, sono le MERAVIGLIE del Signore! Mi sento proprio come quelli degli Atti degli Apostoli, che dopo la "missione" ad altri popoli e nazioni, tornano a Gerusalemme "colmi di gioia" per la grandezza del Signore che loro stessi hanno visto e attestano, nel momento stesso che vanno incontro a chi del Signore Gesù non ha mai sentito parlare, ma che nel cuore ha già i segni della presenza attiva dello Spirito Santo. |
Sì, anch'io mi unisco alla gioia di questi apostoli, affermando: sono testimone della grandezza del Signore Gesù, che era, è e sempre sarà, ovunque, in ogni uomo. Dello Spirito Santo che è fuoco che fa ardere il cuore e fa parlare una sola lingua. Dell'unico Padre, che ci rende davvero fratelli. |
Questa terza fase della mia formazione sarà variegata e ricca di tanto, spero proprio che dia i suoi frutti, per poter essere sempre più preparata a ciò che maggiormente desidero: servire come Gesù ha fatto, nell'atto dell'amore incondizionato, arrivando a quei "nascondigli" dove l'uomo si rifugia, in quella quotidianità che disarma, per poter sempre di più parlare a Dio dell'uomo e all'uomo di DIO. Bellezza per la mia vita. |
Paola |
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Due anni d'Africa |
Dal Camerun Gabriella, pronta a ritornare per un periodo di riposo in Italia, |
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Una presenza nuova sia per la gente, per il Clero, per noi, per me. Esperienza che sapeva all'inizio solo di novità, di diverso, di cose nuove. È vero, tutto è nuovo, tutto è diverso rispetto a noi, ma lo è veramente? Un impegno sanitario, una presenza tra la gente, nella loro vita, un servizio fatto per loro e con loro. |
Cosa dire? Cosa sintetizzare? |
Non è facile. Descriverei una giornata. Una semplice giornata con gli incontri, le difficoltà, le gioie, il lavoro... |
Si arriva cariche di tante cose, idee progetti sogni, ma poi piano piano si scopre che la ricchezza del nostro essere qui è quella di cercare di entrare in una vita, in un cammino che è già tracciato, mettendo le mie, le nostre conoscenze assieme alle loro. |
Ma chi sono state per me queste persone? |
La cosa più bella è il desiderio di relazione, di amicizia, di condivisione che c'è in tutti. Sentirsi parte dell'unico popolo di Dio in cammino per costruire il Regno; il Regno: uomini e donne con gioie, dolori, speranze, desideri... Cosa di diverso da noi? Forse solo la povertà materiale, la mancanza di certi mezzi che noi riteniamo indispensabili per vivere. |
E nelle infinite diversità quello che mi ha fatto sentire a casa è trovare un cuore che batte per il prossimo, non importa chi sia, da dove venga, ma attento a tutti. Un cuore che ascolta, che accoglie, un cuore che ama. |
Importante l'esperienza di lavoro fatta a contatto con le donne. Con loro abbiamo condiviso difficoltà, cercato strategie per migliorare la vita senza togliere nulla della cultura e della tradizione. |
È stato un cammino dove incontri la vita, dove non sono le tue idee, i tuoi progetti, a prevalere ma la quotidianità fatta di gesti semplici, di azioni che sembrano insignificanti, ma che cambiano, trasformano i cuori, le menti, i desideri. Una quotidianità dove il protagonismo non può aver posto, dove quello che conta è l'amore che tu sai dare attraverso l'ascolto, attraverso un saper "perdere tempo" per aspettare, per camminare con i tempi che il luogo richiede. |
Sintetizzare la mia esperienza di questi due anni... Lo farei con tre parole: camminare, ascoltare e aspettare; perché è stato così che il lavoro e molti "incontri" si sono realizzati e creati. |
Gabriella |
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... DI TUTTO UN PO' |
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«Vieni alla Lectio? » ... «Lezzzio che?!?! » |
Riflessione di alcuni amici. |
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Sono due anni che frequentiamo con assiduità gli incontri di lectio divina del venerdì sera organizzati dalla Comunità delle Missionarie Laiche di Busto Arsizio. |
Questi incontri fin da subito si sono rivelati per noi una splendida opportunità per meditare con attenzione il Vangelo che la liturgia ambrosiana ci propone la domenica successiva. |
Ogni volta persone diverse guidano la meditazione sul brano evangelico, analizzandolo e commentandolo, e lasciando poi un momento di riflessione silenziosa nella quale ciascuno verifica ciò che le parole del Vangelo dicono alla sua coscienza. |
Segue poi l'importante momento di condivisione nella fede, in cui liberamente si condividono i frutti della meditazione. È un momento durante il quale si possono cogliere sfumature, immagini, sensazioni che, senza questo libero confronto, molto probabilmente noi non riusciremmo a cogliere anche rileggendolo più volte da soli; è un momento in cui si sente forte l'unità di tutti i presenti in Gesù Cristo. E così quando la lectio termina questa unità in Cristo si rinsalda in una splendida amicizia che si realizza in attimi gioiosi e scherzosi attorno a qualche torta posta sul grande tavolo nel centro della casa. La torta sparisce in un battibaleno, la gioia dell'incontro con Cristo e l'abbraccio dell’amicizia rimangono dentro di noi. |
Angelo, Luigi e Adriano |
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Missione e animazione missionaria |
Noemi condivide la formazione missionaria focalizzando alcuni punti nodali |
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In questo articolo desidero proporvi alcune riflessioni di Don Gianni Cesena, responsabile dell'Ufficio Missionario Diocesano, sul cammino missionario che la nostra Chiesa di Milano sta facendo. |
Siamo nel cuore del "triennio missionario" e l'Arcivescovo lo ha inaugurato con il documento "Mi sarete testimoni" del 2003. |
Nel periodo fin qui trascorso il nostro Cardinale ha puntualizzato come il cammino e il volto missionario della nostra Chiesa possano giovarsi dell'attenzione delle nostre comunità verso la missio ad gentes. |
Don Gianni ci dice che parlare di pastorale missionaria significa dare un'ispirazione missionaria a tutte le attività parrocchiali, così che si possa parlare di primato dell'annuncio, di testimonianza; non si può però non sottolineare quella forma esemplare di missione che consiste in risposta a una precisa chiamata del Signore, nel partire per terre e culture diverse. Una vera pastorale missionaria, non può prescindere dal rapporto con le chiese sorelle e con la missio ad gentes. |
Don Gianni parla di chiese sorelle perché è ora il momento di vivere in un rapporto paritario e nella comunicazione di beni materiali e spirituali, facendo incontrare la varietà delle vocazioni, delle spiritualità, dei cammini pastorali. |
Don Gianni dipinge a grandi tratti il volto missionario della Chiesa ambrosiana: |
- oltre 2200 sono i missionari/e che hanno portato e vissuto il Vangelo in ogni angolo del mondo. Un'anagrafe consente di raggiungerli almeno una volta all'anno con il messaggio personale dell'Arcivescovo, di incontrarli sul posto o di accoglierli tra noi nei periodi di vacanza; |
- l'impegno missionario si esprime sul territorio con l'animazione missionaria attraverso il lavoro di Istituti religiosi e missionari e di laici. Elemento qualificante dell'animazione è la formazione; |
- la Consulta missionaria ha contribuito in questi anni a delineare le linee della pastorale missionaria diocesana; |
- la presenza di Istituti Missionari insieme a una decina di ONG di ispirazione cristiana e a numerosi gruppi di volontariato costituisce un patrimonio di sensibilità missionaria; |
- l'Ufficio Missionario Diocesano promuove l'attenzione all'universalità della chiesa attraverso le Pontificie Opere Missionarie e la promozione della Giornata Missionaria Mondiale. Universalità significa anche farsi carico di tutte le comunità sparse nel mondo e dei loro bisogni; |
- l'invio dei preti Fidei Donum e di laici ha toccato ormai circa una quindicina di paesi nel mondo, con l'apporto di circa 80 persone; |
- parrocchie e gruppi sostengono persone ed iniziative ovunque nel mondo, ma quotidianamente molti vescovi, missionari e comunità bussano alla porta dell'Arcivescovo e della Caritas per presentare progetti e sollecitare aiuti; |
- tramite il Centro Documentazione Mondialità vengono messi a disposizione sussidi di vario tipo e organizzati corsi su temi di evangelizzazione e promozione umana, pace e giustizia; |
Don Gianni termina la sua riflessione paragonando tutto questo a un "cantiere" i cui risultati saranno il frutto di una grande passione, di collaborazione e pazienza, aperto a tutti coloro che sono sensibili alla missio ad gentes. |
Noemi |
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La fantasia dell'intercultura |
Stefania e la Comunità a contatto con la cultura per parlare di intercultura. |
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Da qualche anno la nostra Comunità è coinvolta in un "progetto di educazione all'intercultura" promosso dal PIME di Milano. |
Precisamente Stefania ha lavorato nelle scuole elementari, medie, superiori in alcuni itinerari educativi quanto mai urgenti. |
È il tentativo di far interagire la propria esperienza di missionarie ad gentes con la realtà umana e cristiana che incontriamo al nostro rientro in Italia. |
È credere che l'incontro tra esperienze diverse plasmi una nuova visione antropologica della vita non più centrata solo su se stessi, ma in ricerca dell'altro. |
È percepire che il Vangelo crea spazi dove si possono sperimentare nuove strade per la testimonianza, dove lo sguardo tra noi non sia dettato solo dal sospetto e dal giudizio, ma dilata le nostre esperienze e la nostra creatività. |
Questa collaborazione della CML con Andrea Zaniboni e Stefano Borsani, responsabili del Progetto lntercultura del Pime, vuole rispondere ad una lettura del contesto giovanile attuale e al nostro impegno di evangelizzazione. |
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"ABITARE LO SPAZIO DI MEZZO" |
Impressioni sparse su un percorso che ormai da diversi anni aiuta a riflettere |
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Effettivamente il nome della via potrebbe far sorgere qualche sospetto: Via Asmara. C'è forse un meccanismo inconscio collegato a questo nome esotico e caldo che ti porta ad uscire nei mesi di gennaio e febbraio, alle 21.00, temperatura non propriamente tropicale, per recarti in Via Asmara. Ma, a parte il nome, tutto il resto è perfettamente comune. |
Una casetta, vicino a tante altre, simile a tante altre, con un piccolo giardino, come tanti altri. Suoni il campanello e ti ritrovi nell'ingresso e subito noti qualche cappotto di troppo sull'appendiabiti... in questa casa c'è forse qualche ospite. |
Volti sorridenti ti accolgono e ti accompagnano. |
Riesci a scorgere un soggiorno come tanti altri, una piccola cucina come tante altre. |
Scendi lungo una stretta scala e sei arrivato al piano scantinato. |
E qui quel sospetto che ti era nato dal nome Asmara, ma che avevi cacciato via, ti rinasce: ci sono numerose sedie. Sono le sedie di una casa, un po' uguali tra loro, ma non tutte, e qualche persona è già seduta e poi altre ne arrivano, fino a quando la stanza è affollata e qualcuno, presentato da Antonella, prende la parola e comincia a parlarci. |
Parole importanti: Nascere e morire, Resistere e consegnarsi, Guadagnare e perdere. |
Parole solide come la pietra e dolci come il miele, che ti aprono uno squarcio, risuonano come un grido. |
Settimana dopo settimana ci vengono proposte parole da uomini e donne che amano e conoscono la Parola, e queste parole si accasano nel nostro spazio di mezzo, perché si innestano in una dimensione che non è anonima e asettica, ma è uno spazio in cui al piano sopra ci sono pentole da lavare, una cucina da riassettare, un soggiorno in cui sederti a guardare la televisione. |
Mangiare e digiunare, Ricevere e donare, Crescere e diminuire: si calano nello spazio della nostra vita reale, ritagliano un senso, ti danno risposte o semplicemente ti fanno compagnia nei tuoi dubbi e nelle tue paure. |
E quello spazio di mezzo non è più il deserto. |
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Flavio e Maristella Verzotti, |
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... IN PILLOLE |
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e ancora... BUONE VACANZE !!!!! |