L'arcobaleno della Missione |
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"Che cosa è l'uomo perché te ne curi?", Pimedit |
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La visita di Giovanni Paolo II nei paesi biblici p. Francesco Rossi de Gasperis Con Giovanni Paolo II in Terra Santa dovrebbe essere tramontata per sempre ogni evangelizzazione di conquista e di arroganza; ogni pretesa di superiorità e di autoritarismo da parte della Chiesa; ogni cristologia ed ecclesiologia trionfalista; ogni esercizio assoluto e arbitrario del primato petrino, che in realtà è fondato sulla preghiera fatta da Gesù per Pietro in vista del suo peccato e del suo ruolo di confermare i propri fratelli, anch'essi peccatori, disorientati e allo sbando. Una lezione di luminosa trasparenza della fede, della speranza e della carità, di apertura cordiale verso ogni uomo e ogni donna, di delicatezza e di dolcezza apostolica, di fermezza intransigente verso noi stessi, fino all'umile accettazione del martirio.
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La cura di Dio per l'umanità è la croce di Cristo p. Francesco Rossi de Gasperis La modalità con cui il mistero pasquale del Figlio si avvicina a ogni uomo e a ogni donna, e ne visita la libertà, fanno parte dei segreti dell'amore fedele che il Padre nutre per ciascuno. Siamo certi però che l'esistenza di ogni uomo e di ogni donna è visitata e attraversata da continue grazie di morte e di risurrezione. La Chiesa, nei suoi missionari, è guidata a consolare ogni essere umano, aiutando la sua libertà a interpretare e ad accogliere gli eventi della propria esistenza come altrettante occasioni di conformarsi al mistero del dono di una vita che passa per la morte.
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La parola è il futuro della missione p. Silvano Fausti |
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Quando si dice che Gesù è il salvatore universale, per noi cristiani vuol dire una cosa molto precisa: che, cioè, la salvezza dell'uomo è la sua identità e l'identità dell'uomo è l'essere figlio nel Figlio Gesù. Poi i modi saranno diversi e ognuno arriverà per la sua strada, ma questa verità sarà sempre la sola, l'unica Verità. Ma ciascuno sarà veramente figlio solo se andrà verso i fratelli. Credo sia questo il capovolgimento che deve avvenire nella missione: che, cioè, non si va a "salvare" gli altri, ma andando, verso l'altro, si salva se stessi, cioè si diventa veramente ciò che si è, si diventa figli. E il progetto di Dio, il suo Regno, che dovrebbe essere il grande sogno dell'uomo, non è altro che la realizzazione di questo mondo fraterno attraverso la testimonianza dei figli che vanno in "missione" verso i fratelli. La missione, dunque, è strettamente legata alla salvezza; con la missione, infatti, ciascuno salva se stesso perché, divenendo fratello, diventa figlio e trasmette questa "salvezza" a chi la desidera e la vuole, a chi è disponibile e aperto.
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È, quindi, importante sapere quale parola abbiamo ascoltato e quale parola testimoniamo. Se la parola che si è capita è il vangelo di Gesù, che ci testimonia la paternità di Dio, la sua umiltà, allora la nostra testimonianza avrà tutte le caratteristiche della verità di Dio: sarà umile, povera, caritatevole, percorrerà le strade degli uomini liberandoli dall'idolo del potere. Se l'uomo ascolta la parola del "dio onnipotente", diventerà onnipotente; del "dio sapiente", diventerà quel sapiente che tutti adorano; del "dio luce", diventerà l'illuminato e gli altri saranno tenebrosi. Se, invece, ascolta la parola del "Dio vulnerabile", la cui prima caratteristica è l'umiltà, il servizio, il farsi ultimo, perché chi ama mette la vita a disposizione degli altri, allora sarà ben altro il suo modo di vivere, l'unico che renda possibile una vita fraterna. La fraternità è fondata sull'amore, e l'amore è esattamente l'umiltà e il servizio all'altro, mentre l'egoismo è la rivalità e il servirsi dell'altro per primeggiare. La parola, dunque, determina il modo di capire, di agire e di sentire, quindi, determina l'uomo nella sua essenza, e la Parola di Dio ci fa sentire, capire e agire come Dio, ci dà la vita di Dio.
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Il recupero delle origini p. Giovanni Paolo Tasini La fede cristiana deve essere una fede biblica, questa è la tesi centrale. Per la Scrittura la fede è un'adesione, è una partecipazione a una storia, è l'assunzione di una storia, di un rapporto tra un popolo e Dio, è partecipare alla storia di un popolo assumendone l'esperienza, è una partecipazione alla storia biblica, cioè alla storia dell'elezione d'Israele e della sua missione universale (si pensi ad Abramo), vocazione e missione impersonata e realizzata dal Messia di Israele che noi riconosciamo essere Gesù di Nazaret. Il proprio della fede cristiana è certamente Gesù, ma come il vertice non la fine della storia d'Israele. Altrimenti, staccandolo dal suo popolo, da Israele e dalla storia (che continua!) del suo popolo, si può fare di lui qualunque altra cosa. Cristo vuol dire Messia, cioè Re, e Re d'Israele.
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La missione nasce dalla contemplazione don Andrea Gasparino Vi dico francamente che chi si lancia a insegnare a pregare comincia a dare una consistenza unica alla sua vita di preghiera. Io dico a ogni laico che viene da noi per il deserto: adesso che vai a casa, tutto quello che Dio ti ha dato lo devi dare. Comincia dalla famiglia, poi parla agli amici. Porta la preghiera. Se puoi, in casa, comincia una mini scuola di preghiera. È una cosa semplice. Tu devi farla, e più la farai più riceverai, più ti rafforzerai nella preghiera. Noi incitiamo molto i laici a fare scuola di preghiera così, con semplicità.
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L. Alici, P. Bignardi, D. Coletti, La vita è adesso, ed. in dialogo |
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La ricerca Essere in ricerca vuol dire essere capaci di ascolto, di dialogo, ma significa anche essere capaci di portare dentro di sé l'inquietudine della parzialità delle risposte che nella vita riusciamo a trovare, l'inquietudine delle soluzioni che non sono nette, definite, definitive e, al tempo stesso, appassionarsi a questo continuo camminare, credendo che domani si apriranno delle prospettive nuove, che oggi non vediamo, ma dobbiamo intanto vivere la gioia, la passione e il gusto di cercare e di attendere quello che domani ci verrà svelato.
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La vita è adesso Il laico cristiano, una persona che ama la vita Noi oggi viviamo nel tempo in cui la bellezza della vita, l'intensità del vivere ci sono restituite, fatte nuove nella Pasqua del Cristo. Certo, fatte nuove attraverso il passaggio del dolore, nella promessa di una pienezza restituita e non nella possibilità di una pienezza già sperimentata, ma noi non possiamo dimenticare che il mondo porta questa impronta di Dio, del bene, del bello, della vita, porta l'impronta di un amore che è inteso a restituire alla vita, nel sacrificio del Figlio di Dio, tutta la sua pienezza e la sua bellezza. Noi, allora, non possiamo non essere persone che amano la vita, che riconoscono nella vita questa impronta. L'ultima parola non è il limite, non è la morte, ma è la vita. Per questo il laico cristiano è una persona che ama la vita e che, anche nei momenti bui, nei momenti del dolore, ne testimonia, come uomo o donna di speranza, la bellezza.
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Che cosa si fa in nome della Chiesa? La virtù non sta nel mezzo: la virtù, ogni virtù, sta al centro e il centro è l'amore, come Gesù ci ha amati. L'esercizio dell'amore "come Gesù ci ha amati" è una cosa assolutamente esagerata e sorprendente. Per questo dobbiamo ripartire dalla contemplazione di questo amore di cui sorprendentemente siamo fatti oggetto. Perché siamo amati così da Dio, per poter diventare poi "testimoni", "celebranti" e "servi" di questo amore per tutte le persone che incontriamo sul nostro cammino. Questo sarà il cammino della Chiesa.
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Chi va a nome della Chiesa? Ma la vita eterna è qui, il Regno è in mezzo a noi, dice Gesù. Il Regno di Dio è là dove la vita di un uomo e di una donna si lascia plasmare dallo Spirito e si mette a obbedire al vangelo. Quello è il Regno di Dio: la vita concreta che attraversa tutta la responsabilità di riflessione, di adattamento, di discernimento per cui ogni generazione di cristiani ha questo compito meraviglioso di inventare la santità nella vita concreta, non a partire da zero e senza nessun riferimento, ma a a partire da Gesù e in riferimento al vangelo.
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La figura della comunità cristiana per oggi e per domani Bisogna che la comunità cristiana divenga trasparenza luminosa del volto di Gesù. Ci vuole un lavoro di base paziente ma determinato, perché la comunità cristiana sia richiamata e servita per essere sempre di più trasparenza dei valori del vangelo. La comunità cristiana è il luogo dell'accoglienza cordiale offerta a tutti, è un insieme di relazioni fraterne nelle quali si può finalmente domandare, capire e anche discutere, progettare, decidere e realizzare insieme un cammino.
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Dove va la Chiesa? Una necessaria analisi grammaticale La Chiesa va verso questo incontro, un incontro rispetto al quale il cammino di Dio in Gesù Cristo è incominciato per primo. Il suo cammino è sempre molto più lungo di quello che noi, come Chiesa, possiamo percorrere. Noi dobbiamo avvicinarci a un incontro; e nel rispondere alla domanda "dove va la Chiesa?" diciamo che deve andare in modo da propiziare una venuta. Ecco perché tutte le volte che recitiamo il Padre nostro, diciamo "venga il tuo Regno" e non "aspetta, che veniamo noi".
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Persona, società, chiesa oggi Il rapporto tra l'identità personale e la relazione con gli altri Se invece noi scopriamo che la relazione è una dimensione costitutiva della persona perché ci è interna, perché l'altro sta già dentro di noi, ovvero se noi riusciamo a scoprire l'altro in noi stessi, allora riusciamo a scoprire noi stessi anche negli altri e il rapporto esterno con le persone può essere impostato in termini diversi. Qui forse sta l'anello di congiunzione fra la dimensione più propriamente cristiana e la dimensione più propriamente umana, perché come credenti noi sappiamo che è una relazione che ci costituisce, e la relazione che ci costituisce ci dà l'identità di figlio. Ed è a partire da questa identità filiale che noi riusciamo a mettere il rapporto con gli altri sotto il segno della relazione fraterna.
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Nico Dal Molin, Cammini di Speranza per liberare la vita, CSV |
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Per far crescere in noi la Speranza Vivere la "memoria" è cominciare a rileggere la nostra vita alla luce di Dio, con i suoi occhi, che sono occhi di tenerezza e di misericordia e non di inappellabile ed esigente giudizio. È la scoperta della continuità del flusso dei doni di Dio, del fatto che, come dice un bellissimo racconto assai noto, Lui ha continuato a portarci in braccio anche nei momenti in cui non ce ne siamo proprio accorti. Solo così il presente è accolto nella fede e in un realismo che sa di speranza, e possiamo vivere l'oggi di Dio a cui siamo chiamati.
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Cerchi la Speranza? Troverai Libertà Crescere in libertà e speranza vuol dire accettare di "adattarci" alle novità, ai cambiamenti della vita, magari con un certo sforzo, d'accordo, ma anche qui senza rimpiangere il vecchio come nostalgicamente fanno tante persone anziane o anche giovani dal cuore invecchiato precocemente e... stanco. Crescere significa anche impegnare le proprie energie non a difenderci, ma a mostrare il nostro vero volto, senza paura.
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Un'amicizia per camminare sui sentieri della Speranza ...E infine l'Amicizia è la "solidarietà del cuore": la capacità di entrare in sintonia con le fibre più profonde del nostro essere, per risuonare all'unisono in una armonia di sentimenti, di compassione, di condivisione. Un cuore stanco e solo, che a contatto con un altro cuore ospitale ed amico, "riaccende" in se stesso la speranza. L'amicizia passa tranquillamente tra il rumore e la fretta delle nostre vite e porta nel cuore la pace.
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Speranza: la ricerca... l'attesa La speranza domanda che si impari anche ad "attenderla". Ciò vuol dire, in concreto, non lasciare che al nostro cuore passino inosservati alcuni eventi di vita che, per altri, potrebbero essere insignificanti e che invece alla nostra sensibilità suggeriscono ed evocano la capacità di meravigliarsi, di provare stupore e di uscire da un tran tran quotidiano fatto di indifferenza che talvolta confina nel cinismo. La speranza del cuore domanda, allora, la capacità di vivere nel tempo, adeguandoci al passo di Dio e assieme a Lui di assaporare la novità e la freschezza dell'... attimo fuggente.
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Fr. Carlo Carretto, Lettere dal deserto, Ed.La Scuola |
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La notte amica Non dimenticherò mai le notti sotto le stelle del Sahara. Mi sento un punto fasciato dal buio amico trapuntato di stelle. Un buio amico, un'oscurità affettuosa, tenebre riposanti, necessarie, vitali. In esse la mia attività interiore non viene mortificata, ridotta, ma, al contrario, può distendersi, realizzarsi, accrescersi, gioire. Mi sento come in casa, al sicuro, senza paura, fasciato da questa fedeltà amorosa della notte amica, desideroso solo di restare così per ore e ore, preoccupato solo della sua brevità e avido di leggere in me e fuori di me quei caratteri e quei simboli di un linguaggio divino.
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Purificazione dello spirito In fondo l'anima ha capito che deve lasciar fare, che deve abbandonarsi al suo Redentore, che da sola non può nulla, che Dio può tutto. E se starà ferma e immobile, come fasciata dalla fedeltà di Dio, s'accorgerà presto che le cose son cambiate, e che la marcia, pur sì pesante ancora, è nella buona direzione. È la direzione dell'amore, ed esso verrà come la luce dopo le tenebre, il meriggio dopo l'aurora. Ciò che conta è lasciar fare a Dio.
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La contemplazione sulle strade Povertà è amore verso Gesù povero, cioè verso l'accetazione volontaria di un limite. Gesù poteva essere ricco, non aveva bisogno di un limite ai suoi desideri. No, volle essere povero per partecipare alla limitazione universale dei poveri, per sopportare la mancanza di qualcosa, per soffrire nella sua carne la dura realtà che pesa sull'uomo che cerca il suo pane, e nel suo spirito l'instabilità perenne di chi non possiede. Questa povertà autentica, sopportata per amore, è la vera beatitudine di cui parla il Vangelo.
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In cammino verso la preghiera L'ispirazione divina cerca in noi la buona volontà. Lo spirito di Gesù si posa là dove la volontà lo desidera, perché è l'Amore. Quando io mi chino al suo Amore, Egli non tarda a venire. Anzi, è già venuto, perché mi ama ben di più di quanto io, povera creatura, possa amare Lui. E l'amore si dimostra a fatti, come per il figliuol prodigo: l'alzarsi è un fatto, l'abbandonare i porci è un fatto. Bisogna che l'anima dica seriamente: "Ora torno al Padre."
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Sarete giudicati sull'amore Dio non ha fretta nel fare le cose, e il tempo è suo e non mio. Ed io, piccola creatura, uomo, sono stato chiamato ad essere trasformato in Dio per partecipazione. E ciò che mi trasforma è la carità, che Dio ha infuso nel mio essere. L'amore mi trasforma lentamente in Dio.
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Henri J.M.Nouwen, Sentirsi amati, Ed.Queriniana |
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Vivere come amati Il mistero insondabile di Dio è che Dio è un innamorato che vuole essere amato. Colui che ci ha creato sta aspettando la nostra risposta all'amore che ci ha dato la vita. Dio non dice solamente: "Tu sei il mio Amato", Dio chiede anche: "Mi ami?" e ci dà innumerevoli possibilità per dire "sì". Questa è la vita spirituale: la possibilità di dire "sì" alla nostra verità interiore. La vita spirituale, così compresa, cambia radicalmente ogni cosa.
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Dato Ma c'è un dono che è il più grande di tutti. È il dono della nostra vita che splende in tutto ciò che facciamo. Invecchiando, scopro sempre di più che il più grande dono che ho da offrire è la mia gioia di vivere, la mia pace interiore, il mio silenzio e la mia solitudine, il mio senso di benessere. Quando mi chiedo: "Chi mi è più di aiuto?", devo rispondere: "Colui o colei che è disposto a condividere con me la sua vita."
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Spezzato La profonda verità è che la nostra sofferenza umana ha bisogno non di essere un ostacolo alla gioia e alla pace che noi tanto desideriamo, ma di poter diventare, invece, il mezzo attraverso cui arrivarvi. Il grande segreto della vita spirituale, la vita degli Amati Figli e Figlie di Dio, è che ogni realtà che viviamo, sia essa contentezza o tristezza, gioia o dolore, salute o malattia, può essere parte dell'itinerario verso la piena realizzazione della nostra umanità.
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Benedetto Il movimento dello Spirito di Dio è molto rispettoso, molto dolce - e nascosto. Non esige attenzione. Ma questo movimento è anche persistente, forte e profondo. Cambia i nostri cuori in maniera radicale. La disciplina costante della preghiera ti rivela che tu sei il benedetto di Dio e ti dà il potere di benedire gli altri.
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Scelto Questa è la grande gioia dell'essere scelti: la scoperta che anche gli altri sono stati scelti . Nella casa di Dio ci sono molte mansioni. C'è un posto per tutti - un posto unico, speciale. Una volta che crediamo profondamente di essere preziosi agli occhi di Dio, diventiamo capaci di riconoscere la preziosità degli altri e il loro posto unico nel cuore di Dio.
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Diventare l'amato Incarnare la Verità Diventare gli Amati significa lasciare che la verità dell' "essere amati" si incarni in ogni cosa che pensiamo, diciamo o facciamo. Ciò comporta un lungo e doloroso processo di appropriazione o, meglio, di incarnazione. Finché "essere l'Amato" è poco più di un bel pensiero o di una idea sublime, sospesa sulla mia vita per impedirmi di diventare depresso, niente cambia veramente. Ciò che è richiesto, è diventare l'Amato nella banale vita di ogni giorno e, a poco a poco, colmare il vuoto che esiste tra ciò che io so di essere e le innumerevoli specifiche realtà della vita quotidiana. Diventare l'Amato significa calare nella ordinarietà di ciò che io sono e, quindi, di ciò che penso, dico e faccio ora dopo ora, la verità che mi è stata rivelata dall'alto.
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Essere l'amato Il più grande dono che la mia amicizia possa farti è il dono di riconoscere il tuo stato di "essere amato". Posso farti questo dono solo per quanto l'ho preteso per me stesso. Non è questa l'amicizia: darci l'uno all'altro il dono del nostro "essere amati"? Sì, è quella voce, la voce che parla dall'alto e da dentro i nostri cuori, che sussurra dolcemente o dichiara con forza: "Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto".
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P. Franco Cagnasso PIME, in L'amore vince la paura, Ed.Paoline |
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Poter dire la verità Ecco come la testimonianza è tale: obbedienza e amore che permettono alla Verità - che è Cristo - di trasparire dalla verità del mio essere così com'è, nelle sue grandezze e nelle sue miserie, toccato dal fuoco dello Spirito.
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Roberto Mancini, in L'amore vince la paura, Ed.Paoline |
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Nè confusione nè separazione Credo che gli esseri umani non possano imparare che da Dio la loro umanità e, nel contempo, non possano apprendere chi Dio sia davvero se non amandosi gli uni gli altri.
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PierAngelo Sequeri, in L'amore vince la paura, Ed.Paoline |
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Volgere le spalle a Dio è morire Ricercare il suo volto e sostare nella sua dimora significa per noi ricercare con particolare passione e impegno la sapienza come dono di Dio, la capacità cioè di interrogare le pieghe dell'esistenza con lo spirito mosso dal desiderio di scoprire la presenza della volontà di Dio nelle cose, in ogni aspetto della vita quotidiana.
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P. Franco Cagnasso PIME, in Abitare la vita, Ed.Paoline |
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Viandanti per il Regno Non è inseguendo il sogno di noi stessi che siamo in rapporto con Dio, ma in un sì profondo e definitivo al nostro esistere. Quello è il punto di partenza, lì si troverà anche la chiamata a un rapporto con Dio che è assolutamente unico e originale per ciascuno.
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P. Davide Sciocco PIME, Gioia e Liberazione, EMI |
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Le sorprese e i sogni Quando la vitalità e la fede iscritte nel cuore della gente incontrano il Vangelo generano autentici miracoli... La fede e la missione trovano forza nei sogni, quando questi sono voluti da Dio per il bene dei suoi figli...
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Il dialogo della vita Certo, in alcuni momenti il buon Dio fa sbocciare fiori splendidi, segno che un giorno verrà il tempo del raccolto. I segni indicano realtà nuove, che qualcosa si muove, che il terreno è buono, soprattutto che il seme ha forza, perché è di Dio.
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